Cosí ordinato è
il mio caos
che lo si può smistare
per forme e per sogni
Tutto tangibile
come di natura
essenziale
Nel mio caos
sistematicamente
tornano gli stormi di sorrisi
per sorvolare le notti insonni
Un caos stupendo
rumoroso
che a volte si perde
per i vicoli ottusi
di questa città chiamata Fede
negandosi a percorrere
insistentemente
le stesse rotonde
intorno al dolore
impegnandosi nel trovare
l’uscita giusta
Nel mio caos
tutto ha un senso
il cerchio mancato e l’uscita scelta
Ha senso il cielo nel pensiero
il pensiero tra le mani
le mani in uno sguardo
lo sguardo perso
lo sguardo fisso
l’attimo dello sguardo
Tutto fa cosmos
unico e personale
Coabita con le albe ed i tramonti
della mia terra radice
della mia terra ormeggiata
Caos portatile
in una valigia di cuore
dove ci stanno dentro
tutte le pagine scritte
sull’orlo di Cronos
ed i promemoria
del secondo dopo
Il mio è
un caos possibile
creatore di spazi infiniti
viaggiante alla velocità della luce
Un tocco di vita
attendibile e certo
Il mio è
un almanautico viandare
di polvere di stelle
©hebemunoz
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